di Claudio Molinelli – “Solo la musica è un linguaggio universale che non ha bisogno di essere tradotto, ed è per questo che parla all’anima”. La citazione del sociologo Bertold Auerbach sottolinea l’universalità e l’intima necessità dell’arte musicale; ma se è vero che in molti apprezzano la musica solo pochi la promuovono, soprattutto verso le giovanissime generazioni.
E proprio in questo campo esiste nel territorio della Valdisieve una realtà che merita di essere sempre più conosciuta e apprezzata proprio perché opera in un settore spesso trascurato: la Scuola comunale di musica con sede principale a Pontassieve, e altre sedi a Dicomano, Rufina, Londa e Pelago, una scuola di musica che non va in ferie,
perchè musica è…
e merita un approfondimento.
Abbiamo incontrato il direttore della scuola, Franco Baggiani, musicista e insegnante, che ci ha illustrato la storia, i metodi e le finalità di questa realtà:
“La scuola è nata nel 1984 e fino al 1999 è stata una scuola pubblica gestita dal Comune. Poi dal 2000 motivi di natura economica hanno spinto l’Amministrazione ad affidarsi a una struttura esterna, l’Associazione Sound, da me creata nel 1990 con Giacomo Downie e Monica Masini, formata da musicisti, insegnanti e formatori. L’associazione si è aggiudicata le regolari gare d’appalto e con questa gestione si è registrata un’importante espansione, da piccola scuola di paese a organismo di caratura regionale.
Abbiamo attualmente 400 allievi, 5 sedi, la principale a Pontassieve, e poi a Rufina, Dicomano, Londa e Pelago; l’offerta didattica è altamente professionale, allestiamo cori e formazioni orchestrali. Da qualche anno abbiamo anche ricostituito a Pontassieve la Filarmonica Giuseppe Verdi, già nota da un secolo. Il nostro obiettivo è cercare di supplire alle carenze musicali della scuola dell’obbligo: per questo ci si avvale di un corpo docente di alta qualità, con formazione interna severa e verifiche annuali. Un attestato certifica il livello raggiunto dagli allievi, che uscendo di qui possono andare ai conservatori con ottime basi. Abbiamo formulato alle amministrazioni locali la proposta di creare un’orchestra d’area e costituire una rete con le scuole; è già in atto la collaborazione con le classi elementari attraverso il progetto “Orchestriamoci”. Devo dire che abbiamo buoni rapporti con tutte le amministrazioni comunali attuali, mentre in passato la politica culturale locale ha penalizzato la cultura musicale.
Oggi abbiamo un numero considerevole di allievi di canto, grazie al boom televisivo dei talent canori; per quanto riguarda l’insegnamento degli strumenti musicali, pianoforte e batteria sono i più richiesti, noi cerchiamo di promuovere anche altri strumenti, il flauto, il sassofono, il violino. La risposta del territorio alla nostra attività è ottima, c’è un grande interesse di ragazzi e famiglie, grazie anche ai costi contenuti. Crediamo in una crescita non solo didattica, ma soprattutto umana dei nostri allievi, e siamo convinti che “la musica renda la vita migliore”. Quando si suona, ci si confronta con un pubblico e si impara a gestire le proprie emozioni. La musica è un’arte che richiede un esercizio costante, perciò organizziamo anche corsi estivi, perché crediamo nella continuità del nostro progetto. La musica non va in vacanza!
Vorrei anche aggiungere che la didattica ha aiutato la mia attività di musicista, a volte ascoltando gli allievi si può imparare, e in parallelo il lato artistico ha arricchito il bagaglio di insegnante: trasmetto ai miei allievi che la musica non è solo tecnica e virtuosismo, ma soprattutto espressione e arte, frutto sicuramente di studio e abilità, ma anche di profonda sensibilità.
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